Lettera del Presidente Maurizio De Tilla ai componenti dell’Esecutivo e del Direttivo Nazionale

(Pubblicato il 25 febbraio 2013 in http://www.associazionenazionaleavvocatiitaliani.it/?p=869)

Roma, 25 febbraio 2013

Ai Componenti dell’Esecutivo
Ai Componenti del Direttivo Nazionale

Carissimi amici e colleghi,
il giorno 22 febbraio u.s. sono intervenuto nel dibattito (ricco di spunti) che vi è stato presso la Cassa forense sull’applicazione dell’art. 21 della riforma forense che riguarda il requisito di effettività e continuità dell’esercizio professionale per la iscrizione all’albo e la iscrizione alla Cassa di tutti gli iscritti agli albi.
Questioni non di poco conto!
Riguardo alla prima questione si pone un problema di coordinamento tra la disciplina previdenziale e quella ordinamentale in quanto per quest’ultima è escluso il reddito per l’individuazione del criterio di “effettività”, mentre per la Cassa forense il reddito è l’unico criterio applicabile.
A quest’ultima determinazione si è giunti alla Cassa perché gli altri criteri alternativi non erano attendibili e talvolta erano posticci ed artificiosi (certificazioni di cause, attestati e testimonianze di colleghi etc.)
Riguardo alla seconda questione (equiparazione iscritti albi – iscritti Cassa) nell’incontro presso la Cassa è emerso che gli organi amministrativi del nostro Ente di Previdenza stanno valutando se iscrivere subito tutti gli iscritti agli albi o attendere la formazione (ed approvazione) del previsto regolamento che fissa la misura dei contributi.
Nel mio intervento ho espresso la opinione di soprassedere dall’iscrizione immediata in quanto i n. 8 e 9 dell’art. 21 vanno applicati insieme. Ed infatti la iscrizione alla Cassa senza momentaneo pagamento di alcun contributo comporterà aggravi forti, quali discendono dai diritti connessi all’assistenza, alla maternità e alla polizza “grandi interventi”.
D’altra parte la Cassa è chiamata ad attuare una norma di legge che si inserisce improvvidamente in un momento di grave crisi economica generale e, segnatamente, della professione forense.
L’ulteriore interrogativo – in prospettiva – è il seguente: fissare contributi molto contenuti per coloro che hanno redditi inferiori al minimo, e in tal caso si rischia lo squilibrio degli assetti economici dell’Ente; o fissare contributi ridotti, ma non troppo (ad esempio: metà dei contributi previsti) ed in tal caso si vengono a “vessare” colleghi fino ad oggi non iscritti alla Cassa (giovani ed anziani) che guadagnano poco o niente anche per effetto della crisi.
La previsione della riforma (n. 8 e 9 dell’art. 21) è un pasticcio legislativo (poco meditato) che può mettere in negativo la proiezione attuariali e determinerà, in ogni caso, una forte reazione da parte dei 70 mila avvocati interessati, con aumento dei conflitti sociali che, negli ultimi tempi, hanno investito la nostra categoria.
Il sovraffollamento degli albi non va combattuto in questo modo, ma con la selezione nell’accesso (numero programmato all’Università).
D’altra parte il pensare di applicare un criterio “contributivo” per il calcolo della pensione per un numero di iscritti (e almeno 70.000 che si raddoppieranno nei prossimi 10 anni) e tenere fermo il “retributivo” per tutti gli altri finirà per comportare disuguaglianze di non poco conto all’interno della categoria, con una moltitudine di colleghi che usufruiranno di pensioni irrisorie (anche cento euro al mese) senza alcuna possibilità di integrazione al minimo.
E’, infatti, noto che “il contributivo” annulla, in tutto o in parte, la solidarietà. Un doppio regime – con differenza abissale di trattamenti pensionistici e assistenziali – finirà per aumentare il malcontento di fasce importanti della categoria (giovani colleghi e colleghe), con possibili reazioni e richieste di copertura pubblica dei trattamenti pensionistici non coperti dai contributi.
Il rischio è enorme. Si rischia di finire nel “calderone INPS” o applicare a tutti il “contributivo” con eliminazione della solidarietà!
Su tutte le esposte problematiche l’ANAI dovrà prendere una forte posizione.
Cosa ne pensate?
Molti cordiali saluti.

Maurizio De Tilla

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