Come sapete, dal 6 giugno scorso, in forza del D.M. 55/2013, i pagamenti della Pubblica Amministrazione possono avvenire soltanto a seguito del ricevimento di fattura elettronica.
Anche la nostra categoria è afflitta da detto sistema laddove si prestano servizi in favore delle suddette P.A. .
Le problematiche si pongono non tanto per i professionisti che operano abitualmente con la PA, cd. amministrativisti, che si saranno di certo già attrezzati predisponendo al meglio i loro studi, ma per quelli di noi a cui capita raramente di avere come cliente un ente ma soprattutto, le migliaia di avvocati che operano col gratuito patrocinio e nella difesa di ufficio. Che si ritrovano ad emettere rare fatture (sappiamo che le risorse a noi destinate sono irrisorie) all’anno, a volte neppure.
Come sapete il sistema della fatturazione elettronica è veramente complesso: perché oltre al momento della generazione del documento (rappresentato in un file formato XML particolare per il contenuto , sottoscritto con firma digitale,) alla trasmissione (tutto veicolato tramite il Sistema di Interscambio – SID – a mezzo specifici canali ) che richiedono l’adozione di idonei programmi vi è quello, obbligatorio, della archiviazione e della conservazione digitale con attivazione di un registro IVA specifico (art. 3 D.M. 17.06.14) ; processo così complesso da rendere sconsigliabile l’adozione di programmi in locale, cioè sul nostro pc.
E’ autorizzato l’invio e la conservazione anche tramite intermediari.
Ed allora il Consiglio dell’Ordine di Torino ha deciso di affrontare la questione che tanto sta angustiando gli iscritti per valutare la possibilità di agevolare l’adempimento dell’obbligo a mezzo di convenzione con un soggetto intermediario, per avere un contenimento dei costi.
La Commissione Informatica ha avviato una serie di incontri con imprese già presenti sul mercato, operanti nel settore ed idonee all’assolvimento di tutte le prescrizioni, a cui è stato chiesto di elaborare una offerta per la gestione della fatturazione P.A. anche in considerazione di classi di utenza perché l’offerta si possa ben adeguare alle esigenze del singolo professionista.
E qui è subentrata la mia afflizione. Per i costi.
Perché a fronte di un servizio che comprenda l’emissione delle fatture, la gestione, l’archiviazione e la conservazione, a partire da un pacchetto “contenuto” – per una classe di utenza sino al numero di dieci fatture annue – si giunge ad un costo di € 350,00 annui, oltre a quello per l’attivazione del servizio. Per poi salire con le classi di utenza maggiori (fino a 50 fatture annue) sino ad € 800,00.
Anche interpellando le banche non è andata meglio. A fronte di una spesa inferiore per ogni singola operazione si paga lo scotto della apertura di un conto corrente dedicato per cui si giungerebbe, annualmente a costi analoghi.
Un orpello inaccettabile. Posto che a fronte di una sicura, elevata, spesa annua non vi sarà mai la certezza di poter utilizzare il servizio. Mi spiego meglio: non è detto che poi vi siano da emettere fatture, ciò dipendendo dai flussi di denaro operati dal Ministero. Intanto noi sosterremo il costo poi si vedrà se avremo qualche fattura da emettere e da incassare.
E ciò a discapito, soprattutto, della fascia più debole della nostra Avvocatura, quei giovani che spesso traggono buona parte del loro sostentamento dalle difese di ufficio e di gratuito patrocinio.
Eppure ci dobbiamo adeguare ed attrezzare.
Ora il prossimo passo della nostra Commissione Informatica sarà quello di verificare la possibilità che sia proprio l’Ordine ad intervenire come intermediario, sostenendone i costi a favore degli iscritti. Con tutte le implicazioni, qualora possibile, relative al sistema della conservazione.
Ora, per Torino, la necessità dell’emissione delle fatture elettroniche è ancora remota posto che la Dirigenza Amministrativa del Tribunale ha reso noto di non essere in grado di ricevere detti documenti dovendo ancora ricevere dal Ministero la comunicazione del codice univoco IPA per le spese di giustizia, requisito imprescindibile. E non si conoscono i tempi.
Bisogna lanciare l’allarme a livello nazionale. Perché si giunga, come abbiamo ottenuto per il pagamento a mezzo POS, ad escludere dall’obbligatorietà della fatturazione elettronica le spese di giustizia.
[Avv. Matilde Chiadò - 28 luglio 2014]