Le avvisaglie c’erano e ora il nodo viene al pettine: ingabbiata l’attività defensionale nel processo amministrativo mediante predeterminazione dei limiti dimensionali degli atti.

Il Presidente del Consiglio di Stato, perfezionando risalenti interventi di suoi predecessori e dando (va detto) attuazione a quanto stabilito dal nuovo testo dell’art. 120 del Codice del Processo Amministrativo, con proprio decreto n. 40 del 25 maggio 2015 ha sperimentalmente ingabbiato gli scritti defensionali in limiti precisissimi.
Per la verità non angusti, ma pur sempre limiti.
Come se noi ci divertissimo, in tempi di proliferazione degli incombenti processuali e di compensi anoressici, a infiorettare i nostri scritti per il solo gusto di perdere tempo.
Sia chiaro, il Presidente del Consiglio di Stato ha fatto ciò che doveva e la sensazione è che non lo abbia fatto poi così volentieri, ma i cittadini prima, e l’Avvocatura poi, non possono far finta di non vedere la pericolosa lesione per il diritto di difesa che sta prendendo piede in nome di una presunta maggiore efficienza del sistema giudiziario.

[Armando Argano - 27 maggio 2015]

 

GAschermata2752015

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