L’ANAI rappresenta al Ministro della Giustizia le criticità del D.D.L “Concorrenza”.

Comunicato stampa 23 febbraio 2016

L’ANAI HA PRESENTATO AL MINISTRO ORLANDO LE CRITICITA’ DEL DDL CONCORRENZA

Il presidente dell’Associazione nazionale avvocati italiani, Maurizio De Tilla, ha incontrato oggi il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, al quale sono state ribadite le posizioni dell’associazione sul Ddl concorrenza attualmente in discussione al Senato.

«Il Ddl Concorrenza – ha detto De Tilla al Guardasigilli – ha palesemente contraddetto e violato il precetto tassativo della legge di riforma dell’ordinamento che ha escluso i soci di capitale dalle società professionali, obbligatoriamente limitato ai soli professionisti. La normativa – ha aggiunto De Tilla – che non può essere derogata, risponde al principio di indipendenza dell’esercizio dell’attività di assistenza e difesa nel processo (civile, penale, amministrativo, tributario, etc.).

Il ddl, inoltre è in contraddizione con il codice deontologico e rischia fortemente di favorire la presenza di gruppi di affari, magari anche contaminati dalla criminalità organizzata che finiranno per pregiudicare e gravemente inquinare il libero esercizio dell’attività di avvocato.

Verranno favoriti grandi soci di capitali, multinazionali, banche e assicurazioni, che attraverso le proprie società di servizi finiranno per condizionare la libera professione di avvocato, soprattutto i giovani avvocati, che nello svolgimento delle loro funzioni non saranno più autonomi, ma in una condizione di dipendenza e asservimento alle logiche aziendali».

Nel contrastare il socio di capitale l’ANAI, invoca la tutela della integrità istituzionale, giuridica e morale della riforma forense.
La legge sulle liberalizzazioni, infatti, secondo l’ANAI, contraddice e nega la filosofia del nuovo ordinamento forense, perché l’avvocato viene equiparato ad un imprenditore e sottoposto a regole della concorrenza che contrastano con la funzione costituzionale, ha ribadito De Tilla al Guardasigilli.

«Con il Ddl si introduce il concetto di società multidisciplinare senza tener in alcun conto l’importanza del segreto professionale particolarmente previsto e tutelato dalla nuova normativa forense – ha illustrato De Tilla al ministro della Giustizia – Si apre, inoltre, l’attività di consulenza e di assistenza stragiudiziale (oggi esclusiva) a settori che non danno garanzia di specialità e professionalità, invadendo sfere di competenza dell’avvocatura che erano state giustamente tutelate. Si interviene, infine, sui compensi professionali vincolando l’avvocato a obbligatori preventivi scritti per prestazioni nei processi che non sono facilmente valutabili “a priori”, trattandosi di attività di difficile stima preventiva».

Il presidente De Tilla ha chiesto quindi al ministro Orlando di mantenere gli impegni presi con l’Avvocatura, soprattutto la volontà espressa di non voler snaturare l’identità e l’impegno dell’avvocato, la cui funzione è fondamentale per la tutela del cittadino.

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