L’ANAI Latina condivide totalmente la presa di posizione dell’Ordine degli Avvocati sulla vicenda dell’affidamento degli incarichi della sezione fallimentare del Tribunale a professionisti non della provincia di Latina, nel contempo rinnovando fiducia nella Magistratura.

Condividiamo completamente il qui riportato documento del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Latina.
Ribadiamo che, se si dovesse coerentemente utilizzare lo stesso criterio utilizzato per i professionisti, dovrebbero allora essere ricusati i Magistrati della sezione fallimentare per una altrettanto improbabile “prossimità con il Giudice indagato e le relative procedure oggetto d’indagine dovrebbero essere affidate a loro Colleghi napoletani.
Ma noi, come già abbiamo esplicitato nel nostro comunicato stampa dell’altro ieri, rifiutiamo logiche aberranti e rinnoviamo la fiducia sia nella Magistratura che opera in questo Foro, sia, in particolare,  nel Presidente del Tribunale Dr. Catello Pandolfi, il quale sta obbiettivamente gestendo una fase molto delicata e, da uomo dello Stato, si è fatto carico di ardue decisioni.

———
CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI LATINA

Comunicato agli Iscritti sulla questione degli incarichi giudiziari

A seguito delle allarmanti e gravi notizie apparse sulla stampa locale nella giornata di domenica, secondo le quali il Presidente della Corte di Appello avrebbe invitato il Presidente del Tribunale di Latina a non procedere nel conferimento di incarichi a professionisti pontini nell’ambito delle procedure fallimentari e concorsuali in genere, nella mattinata di oggi vi è stato un incontro,  richiesto e ottenuto dall’Ordine,  tra il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati, il Presidente del Consiglio dell’ Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili e il Presidente del Tribunale.

Il dott. Pandolfi ha rassicurato, a fronte di una vibrata protesta  a nome della categoria professionale per il ventilato e ingiustificato clima di discriminazione dei professionisti locali nella assegnazione degli incarichi  fallimentari per le recenti vicende giudiziarie, che mai nessun invito gli è pervenuto in tal senso, ma che la Sezione fallimentare ha deciso, in piena autonomia, di assegnare le procedure oggetto della nota inchiesta penale a professionisti specialisti della materia che operano nel Foro di Napoli, ciò in ragione di una contiguità territoriale e della ventilata possibilità che altri professionisti pontini possano ancora essere coinvolti nell’indagine penale.

Il Presidente del Tribunale ha, peraltro, soggiunto che, salvo per tale limitato numero di procedure oggetto di  specifiche indagini penali, ai professionisti locali vengono regolarmente assegnate tutte le nuove procedure concorsuali ed anche quelle in precedenza seguite da soggetti indagati, ma non oggetto di specifica indagine penale.

Il Presidente Pandolfi ha, infine, rassicurato di aver dato disposizioni per la pubblicazione  sul sito del Tribunale, che verrà presto riattivato, dell’ elenco aggiornato di tutti gli incarichi conferiti, dal quale ognuno potrà trarre tutte le informazioni.

L’Ordine ha, in ogni modo ribadito, la propria assoluta contrarietà a qualsiasi tipo di sospetto o pregiudizio o comunque di evidente sfiducia nei confronti di professionisti solo a cagione della loro appartenenza  geografica.

Anche se il criterio adottato dalla Sezione Fallimentare del Tribunale di Latina risponde apparentemente a logiche di un  prudente approccio metodologico lo stesso non può affatto essere condiviso dall’ Ordine degli Avvocati poiché costituisce il frutto di  un’acritica e non ponderata valutazione dei professionisti, delle loro storie, dei loro percorsi anche formativi.

Tale criterio ci indigna come avvocati perché, paradossalmente, scarica responsabilità anche addosso a chi, invece, in tempi non sospetti (addirittura sin dal gennaio 2013), nell’inerzia generale, aveva avuto il coraggio e l’onestà intellettuale di stigmatizzare alcune condotte ed aveva a viva voce reclamato maggiore trasparenza nella enucleazione dei criteri che sovrintendevano (rectius, avrebbero dovuto sovrintendere) al conferimento degli incarichi nelle singole procedure.

L’Ordine degli Avvocati di Latina ha sempre mantenuto un atteggiamento irreprensibile, nello spirito di concertazione con gli Uffici giudiziari, investendo e profondendo energie, anche economiche, finalizzate ad assicurare e garantire un corretto loro funzionamento.

In questa ottica, si spiegano gli interventi effettuati negli ultimi anni, che hanno reso possibile l’avvio di corsi altamente formativi, dando vita a percorsi specialistici e figure professionali (per tutte, l’esperienza in materia di espropriazione immobiliare).

L’Ordine non intende abdicare a questo suo fondamentale ruolo e perciò sarà in prima linea nell’opporsi a pratiche e metodologie che, in nome di una pur auspicabile e condivisibile difesa della trasparenza delle procedure, finisca con il generare una prassi per nulla virtuosa, escludendo aprioristicamente (e, ci sia consentito dirlo, irragionevolmente) professionisti che, in questi anni, hanno investito tempo ed energie, e destinato rilevante parte del loro tempo, nell’acquisizione di competenze specifiche nel settore, oggi sotto l’occhio del ciclone, certamente per colpe loro non ascrivibili.

Ipotizzare “contiguità” con taluni ambienti e modi di fare che hanno originato le vicende attualmente al vaglio della Magistratura e giustificare in ragione di essa la ventilata esclusione dall’affidamento di incarichi, seppure in numero limitato, non appare a nostro avviso la soluzione più idonea al superamento delle problematiche attuali.

Riteniamo, invece, che vadano privilegiati percorsi comuni e condivisi, che tengano conto delle consapevolezze e competenze professionali acquisite anche attraverso corsi specialistici; l’imposizione di scelte operate senza alcuna concertazione, non ci convince ed è inaccettabile, sia perché non è in linea con i valori che ispirano la nostra professione, sia perché finisce con essere estremamente punitiva (e, si ripete, irragionevolmente punitiva) nei confronti di chi ha sempre invece operato per la trasparenza e la legittimità dell’operato di chiunque, ed a qualunque titolo, chiamato ad esercitare un ruolo ed una funzione nell’espletamento degli incarichi giudiziari.

L’Ordine degli Avvocati di Latina, forte della propria storia e dell’apporto da sempre fornito per un miglior funzionamento degli Uffici giudiziari, rivendica il ruolo di interlocutore istituzionale necessario, prima dell’adozione di qualsivoglia provvedimento che possa tradursi in un’inaccettabile compromissione dei diritti degli Iscritti.

La situazione sarà pertanto costantemente monitorata dal Consiglio dell’Ordine, che si riserva di intervenire prontamente, in tutte le sedi opportune, a difesa degli interessi degli Avvocati, non per ragioni che taluni semplicisticamente definirebbero di casta, ma per garantire il massimo rispetto della legalità a qualsiasi livello.

Latina, 28 aprile 2015.

Il Presidente
Avv. Giovanni Lauretti

I commenti sono chiusi.